Categoria: Penne-calcio Scritto da Redazione

8788 fotosquadra1Prosegue il nostro viaggio nei 100 anni di storia biancorossi: nel sesto capitolo analizzeremo la stagione 1987-88 una delle più travagliate ed emozionanti; grazie anche all'appassionato ricordo del grandissimo ex Danilo Tacchi, che ringraziamo per la splendida intervista concessa e le foto a corredo dell'articolo, rivivremo le tante novità della stagione: l'amaro addio di Mauro Di Pietro ed Enzo Di Federico, il primo storico inerbimento del Comunale, l'avvio difficile, la "fuga" di mister Mincarini, e l'incredibile finale del campionato con l'invasione dei tranesi a Penne e lo spareggio salvezza al "Fadini" con la Monturanese, deciso proprio all'ultimo respiro da un guizzo di Danilo Tacchi, l'eroe di Giulianova.

IL CONTESTO - Dopo l'ennesima salvezza agguantata nella stagione appena trascorsa, i biancorossi sono ormai una realtà consolidata in un torneo, quello Interregionale, che inizia sempre più ad assumere i contorni di un campionato professionistico. Le sorprese sono sempre dietro l'angolo ed ogni stagione rappresenta un capitolo a parte. La società pennese prova a puntare sulla continuità, ma i tempi ormai iniziano a cambiare e giocoforza inizia a sfaldarsi il blocco storico anche per motivi anagrafici. Malgrado tutto la continuità tecnica ha visto la Pennese ripartire con forza anche nei momenti più incerti, dall'addio di Colangelo più che degnamente sostituito da mister Bertuccioli, fino all'arrivo di Mincarini capace di spingere i suoi fino ai Quarti di Finale di Coppa Italia. E' un Penne che ormai staziona regolarmente nella categoria Interregionale, e che sembra poter riservare grossi margini di crescita ad un ambiente che vive ormai di calcio.

LA FINE DI UN'ERA - La stagione 1987-88 inizia in maniera piuttosto burrascosa in casa pennese. Al timone della società biancorossa c'è sempre il presidente Enrico De Fabritiis appoggiato da Antonio Rietti; in panchina si punta sulla continuità, e viene confermato mister Giovanni Mincarini per la terza stagione consecutiva. Sul fronte tecnico tuttavia si registra un vero e proprio scossone, con il traumatico addio di due elementi storici del calibro di Enzo Di Federico Mauro Di Pietro che, insieme all'estremo difensore Avagliano, vanno a fare le fortune del Lauretum in Prima Categoria. Saluti dolorosissimi quelli dei due cardini della recente storia di calcio pennese: Di Pietro, 35enne, lascia il biancorosso dopo ben dieci anni consecutivi di onorata militanza, anche il suo sarà un addio non senza polemiche. Ancora più dura la separazione da Enzo Di Federico: cresciuto nel settore giovanile biancorosso rappresentandone uno dei talenti più splendenti, abbandona il gruppo a causa di frizioni insanabili con il tecnico Mincarini. Rotture non da poco quelle dei due calciatori dall'elevato tasso tecnico e dal carisma innato, che rischiano di minare non poco un ambiente ormai rodato e costruito intorno ad un blocco locale che tende sempre a venir meno.
Chi rimane invece in pompa magna sono i due "senatori" Giovanni Severo Vincenzo Pilone, due trascinatori che saranno tra i principali artefici di un torneo incredibile, culminato con la sofferta ma stupenda salvezza di Giulianova. 8788 penneascoli

Ma le defezioni in rosa non riguarderanno solo quelle dei calciatori storici, altre partenze pesanti saranno quelle di Piero Di Pietro che andrà a vestire la maglia de L'Aquila dopo tre stagioni in biancorosso, e del forte esterno Di Antonio che rientra alla base alla Sambenedettese dopo un anno di prestito.
Il mercato in entrata impostato dal duo De Fabritiis-Rietti  è orientato in primis a sostituire i due elementi di maggior talento della rosa, Di Pietro e Di Federico: a tal propostio gli acquisti sono quelli della forte punta Consorte prelevato dal Montorio e soprattutto di un giovanissimo tornante di nome Tonino Martino; nativo di Turrivalignani, classe 1969, Martino arriva a Penne appena diciottenne, fortemente voluto e preso grazie all'intermediazione del grandissimo ed indimenticabile tifoso/consigliere Elvio Bennato. Malgrado la giovane età, Martino metterà da subito in mostra un talento innato, degno prologo di una carriera professionistica che lo vedrà arrivare a calcare i campi di serie A. Diventerà subito un perno inamovibile dello scacchiere biancorosso tanto da collezionare 87 presenze e 26 reti in tre stagioni, con un breve intermezzo al Celano che non riuscirà a riscattarne il cartellino. Penne sarà solo il trampolino di lancio per un calciatore capace di collezionare imprese in carriera: dal miracolo Castel di Sangro dove militerà dal 1992 al 1998 passando dalla Serie C2 alla B, all'impresa con la maglia della Reggina dove un suo gol al Torino regalerà ai granata calabresi lo storico approdo in serie A dove farà registrare il suo meritatissimo debutto.

(N.B. nella foto in alto, uno scatto in occasione dell'amichevole Penne-Ascoli disputata al Comunale)

Ma la stagione, che si rivelerà subito difficile e ricca di insidie, porterà la società a rimettere mano al portafoglio nel mercato di riparazione di Ottobre, che farà registrare l'arrivo di altri tre rinforzi di grandissimo peso: Toppeta (Lanciano), Proietto (Gubbio), ma soprattutto l'attaccante Danilo Tacchi prelevato dal Senigallia, che diventerà il famoso "eroe di Giulianova", salvando una stagione dura come poche altre nella storia centenaria della società biancorossa.
Altra novità importantissima di stagione riguarderà l'inerbimento del "Comunale" e sarà una svolta visto che per la prima volta in 87 anni di storia i biancorossi potranno disporre di un impianto con manto erboso, un ulteriore passo in avanti verso l'era moderna e verso un calcio che inizia giocoforza a cambiare anche nelle categorie inferiori.
Una svolta che tuttavia causerà non pochi problemi proprio nella prima fase del torneo, con il Penne costretto ad emigrare sul neutro di Loreto Aprutino con il terreno di gioco che sarà finalmente pronto solo ad autunno inoltrato.

IL GIRONE - I biancorossi vengono nuovamente inseriti nel girone H del torneo Interregionale, in un girone dominato numericamente da pugliesi e marchigiane: insieme al PENNE infatti le uniche due cugine sono PINETO e TORTORETO, mentre le altre corregionali (L'Aquila e Castel di Sangro, insieme alla neopromossa Avezzano) vengono spostate nel girone laziale (G).
Il campionato è durissimo con le pugliesi a farla da padrone: ci sono le conferme di CORATO, MANFREDONIA e TRANI a cui si aggiungono l'ALTAMURA (proveniente dal girone L chiuso al 4°posto nell'ultimo torneo) oltre alle neopromosse CERIGNOLA  e MOLFETTA, ripescata dopo il secondo posto della stagione precedente in Promozione. Il drappello marchigiano vede invece le conferme di FERMANA, MONTURANESE, OSIMANA, PORTO S.ELPIDIO e TOLENTINO, a cui si aggiungono MONTEGRANARO (ripescata dal torneo di Promozione marchigiano) e MACERATESE fresca di retrocessione dal campionato di Serie C2 ed in piena crisi societaria.

Torneo durissimo con le pugliesi a prendere il sopravvento, marchigiane ed abruzzesi in tono minore. Su tutte la favorita numero uno è il TRANI del presidente Paolo Abruzzese, che secondo le cronache dell'epoca spende la cifra stratosferica di un miliardo delle vecchie lire per allestire una squadra in grado di primeggiare; il patron tranese si affida in panchina al tecnico Rodolfo Conte e va sul sicuro ingaggiando il fantasista Favonio (che nel finire degli anni '80 sarà il pezzo pregiato di tutte le squadre che ambiscono al grande salto, e che i biancorossi si ritroveranno contro a Molfetta prima, Fasano poi) il difensore Nicola Deruggiero dal Bari, oltre al bomber Giuseppe Innella dal Matera, e che in porta potrà contare sul 21enne Nicola Di Bitonto, che successivamente esordirà anche in serie A con il Cagliari proseguendo poi la sua carriera da professionista con Atletico Catania, Fidelis Andria ed Ascoli tra le tante.
Grosse ambizioni anche per MOLFETTA ed ALTAMURA, ma su tutte la sorpresa più lieta sarà quella della matricola CORATO: i biancoverdi baresi sono reduci da un torneo interlocutorio, ed in estate hanno addirittura rischiato di non ripartire, con il presidente Rutigliano in rotta con l'Amministrazione Comunale a causa dello scarso supporto riservato alla compagine calcistica cittadina; alla fine il vulcanico presidente coratino scioglie le riserve, conferma mister Cavallaro in panchina e tutta la giovane rosa della stagione precedente, compreso il forte bomber Mario Petilli che, in tandem con il compagno di reparto Romano, formerà una coppia d'attacco rapida ed assortita, permettendo così ai pugliesi di lottare per il vertice malgrado la partenza a fari spenti.
Decisamente scarse le ambizioni delle marchigiane: la MACERATESE in piena crisi societaria dopo la retrocessione dalla C2 smobilita e pare subito destinata ad un campionato di bassa classifica, idem per MONTURANESE e TOLENTINO che paiono ridimensionate, mentre l'ambizioso PORTO SANT'ELPIDIO non sembra riuscire a fare il definitivo salto di qualità.
A chiudere il quadro della situazione generale c'è la FERMANA che, insieme al CERIGNOLA, paga non poco situazioni societarie contingenti che causeranno non pochi problemi, primi sintomi di un calcio che cambia ed inizia ad avvicinarsi a quello moderno con tutti i pro e contro del caso.

LA STAGIONE - L'avvio del torneo per l'undici di mister Mincarini, alla terza stagione sulla panchina biancorossa, non sarà certo dei più esaltanti. Il PENNE paga non poco l'assenza di due punti cardine quali Mauro Di Pietro ed Enzo Di Federico, ma sarà soprattutto l'assenza del campo amico a pesare in maniera evidente sul rendimento in classifica. 
Manca lo storico fortino del Comunale e, di conseguenza, la ben nota inviolabilità interna che tanto aveva giovato alla causa anche nelle stagioni più complicate. I biancorossi saranno insomma impelagati subito nelle zone basse e riusciranno ad ottenere un solo successo interno, pesantissimo, contro il forte ALTAMURA regolato col punteggio di 2-1. La situazione di classifica preoccupante induce quindi la società a tornare sul mercato rimettendo mano a tutti i reparti grazie agli acquisti del difensore Toppeta dal Lanciano, del centrocampista Proietto dal Gubbio e della punta Tacchi che insieme al confermato Antignani ed alla rivelazione Consorte formerà un reparto di tutto rispetto. 
Il PENNE ritroverà il campo amico solo il 25 Ottobre 1987 quando i biancorossi inaugureranno finalmente il nuovo manto erboso con uno scialbo 0-0. Nel frattempo in classifica si registra l'incredibile exploit del CORATO che parte fortissimo aggiudicandosi i primi quattro incontri, ottenendo risultati pesanti specie in trasferta, e resistendo ad un'epica rimonta da 0-2 a 2-2 nello scontro diretto che terrà a debita distanza la corazzata TRANI; nascerà un testa a testa entusiasmante tra CORATO e TRANI in un derby tra due paesi confinanti che darà vita anche all'incredibile accadimento della gara di ritorno in terra tranese: di fronte ad uno stadio stracolmo in ogni ordine di posto, ed agli ordini di un giovanissimo arbitro di nome Pierluigi Collina, il TRANI è in vantaggio di misura; proprio sul filo di lana, un fallo di mano in area tranese viene sanzionato dal giovane ma autoritario Collina con un calcio di rigore in pieno recupero. Sarà il gol del pareggio dei coratini che manterranno la vetta della classifica causando l'ira del pubblico tranese, con i biancoverdi e lo stesso Collina costretti ad abbandonare il campo con la necessaria scorta della polizia.
Nel frattempo il PENNE inzierà a macinare punti e risalire verso posizioni di classifica più tranquille. Malgrado tutto gli inconvenienti sono 8788 fotosquadra2
sempre dietro l'angolo ed alcune decisioni anche discutibili del tecnico Mincarini contribuiranno a far perdere ai biancorossi delle chances importanti come nello scontro diretto di Monte Urano.
Succede di tutto nel finale di stagione: in vetta un lanciatissimo CORATO cadrà sul più bello sul campo dell'OSIMANA permettendo così il sorpasso-allungo al TRANI, dicendo di fatto addio ad una storica ed incredibile promozione tra i professionisti. Dietro il PENNE si presenterà all'ultima giornata di campionato a pari merito con i marchigiani della MONTURANESE al terzultimo posto in classifica, in ballo tre opzioni a novanta minuti dal termine: salvezza, spareggio o amara retrocessione. Ma prima di parlare dell'epilogo dello scontro finale va fatta una breve regressione temporanea. La folle stagione è infatti corredata dall'altrettanto assurda decisione di mister Giovanni Mincarini che decide di abbandonare la baracca proprio dopo la penultima giornata, con una salvezza in ballo e l'ultimo match interno da affrontare contro la corazzata TRANI, salita al Comunale con la necessità di riportare un punto per la matematica promozione in C2.
La scelta del mister disorienta non poco, il gruppo tuttavia si compatta dietro ai senatori Severo e Pilone, il resto lo fa mister Peppino Cantagallo chiamato a traghettare i biancorossi in questo finale di stagione; sarà anche di Cantagallo il grosso merito per la salvezza finale, come ci confermeranno i ricordi del mattatore Danilo Tacchi, che vedremo più avanti.
Fatto sta che la gara finale è "drammatica": a PENNE si presentano circa 1.000 tifosi tranesi che monopolizzano un Comunale stracolmo all'inverosimile: al TRANI serve un punto per brindare alla matematica salvezza, al PENNE potrebbe non bastare visto che la MONTURANESE, appaiata in classifica, rende visita ad un'ALTAMURA ormai tranquilla. Sarà una gara surreale quella del Comunale, caratterizzata da un gioco spezzettato e praticamente senza alcun sussulto da una parte e dall'altra, in compenso da ALTAMURA arrivano ottime notizie: i pugliesi si portano addirittura in vantaggio, il PENNE sarebbe addirittura salvo con il pari in virtù del risultato, ma i marchigiani riusciranno a pareggiare facendo il pari così con il logico 0-0 finale del Comunale, che regalerà la C2 ai tranesi, lo spareggio salvezza con la MONTURANESE ai biancorossi.
Sarà dunque l'epilogo del "Fadini" di Giulianova a decidere la stagione pennese: il match contro i marchigiani sarà equilibratissimo e si spingerà fino ai supplementari, con le due squadre incapaci di farsi del male. Sarà tuttavia un guizzo di Danilo Tacchi all'ultimissimo minuto del secondo tempo supplementare a scongiurare i calci di rigore, con un colpo di testa da grande opportunista che regalerà l'incredibile salvezza ai biancorossi e condannerà la MONTURANESE alla temporanea retrocessione visto che sarà successivamente ripescata.
Biancorossi dunque salvi anche grazie alle reti del top scorer Consorte, miglior marcatore dei suoi.
Un finale incredibile di una delle stagioni più assurde che la storia del calcio pennese ricordi, e di cui andiamo a parlare qui di seguito con il grandissimo ex e protagonista, Danilo Tacchi.

L'EROE DI GIULIANOVA - Classe 1964, Danilo Tacchi arriva a Penne 23enne prelevato dal Senigallia. Trequartista dotato di grande corsa e generosità, aveva esordito giovanissimo tra i professionisti con la maglia della Jesina collezionando diverse presenze tra C2 e C1, prima di passare al Senigallia, quindi a Penne. 
Insieme ad Antignani e Consorte andrà a formare un reparto di grande spessore per la categoria, oltre a siglare quel gol decisivo rimasto nelle menti dei tifosi storici che sovente hanno ricordato quell'epico spareggio e quel guizzo finale.
Approfittando del centenario, abbiamo deciso di contattare Danilo che, con immenso piacere, ci ha dato la propria disponibilità ad un'appassionata chiacchierata in cui ha ricordato un'annata ed un ambiente in cui ha lasciato un pezzo di cuore

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Redazione: Buonasera Danilo, inziamo questa chiacchierata dal principio: il tuo arrivo a Penne nel mercato di riparazione; come avvenne e soprattutto cosa trovasti al tuo arrivo in biancorosso?

Tacchi: "Arrivai a Penne nel mercato di riparazione tramite il mio procuratore Armando Rosati, molto conosciuto; quando arrivai trovai una situazione di classifica difficile, giocavamo ancora in campo neutro in attesa che ultimassero i lavori al nuovo manto erboso del Comunale. Ricordo che appena arrivai ebbi subito un ottimo impatto, vincemmo 1-0 e feci subito gol di testa".

Redazione: Che ricordi hai dell'annata a Penne? Il rapporto con i compagni, con la società, e più in generale con l'ambiente?

Tacchi: "A Penne ho passato momenti indimenticabili, alloggiavo all'Hotel dei Vestini e di conseguenza ho vissuto la Città h 24. Ho stretto molte amicizie extra-calcistiche ed avevo rapporti con loro anche al di fuori del calcio. La società era seria e competente, la squadra aveva un potenziale importante, ed eravamo sostenuti da un pubblico affettuoso che non ci faceva mai mancare il proprio sostegno. Ricordo che uscivo spesso con Augusto D'Angelo e con il compianto Fabrizio Di Flavio un grande amico, bravissimo ragazzo. Ero molto legato alla famiglia Pilone: Vincenzo era un punto di riferimento per me e per tanti altri calciatori, spesso si andava a casa sua a mangiare o prendere un caffè. Venni praticamente 'adottato" dalla famiglia Pilone e dalla famiglia di Filippo Di Teodoro; anche con Filippo e la sua famiglia ero legatissimo. All'epoca ero l'unico in città con vitto e alloggio, per cui nel tempo libero uscivo molto ed ho avuto modo di stringere tantissime amicizie con persone stupende."

Redazione: Raccontaci un pò la tua carriera calcistica agli esordi prima dell'approdo a Penne. Che tipo di attaccante eri?

Tacchi: "Arrivai a Penne a 23 anni, avevo già giocato due stagioni in C2 con la maglia della Jesina, poi avendo vinto il campionato la terza stagione in serie C1 giocando poco. Successivamente giocai con il Senigallia per due stagioni prima di approdare a Penne. Ero un trequartista completo sia tecnicamente che fisicamente; non ero uno di quelli che amava giocare solo con la palla, ma correvo anche molto. A Penne giocavo dietro a due attaccanti fortissimi come Antignani e Consorte"

Redazione: Arrivasti a Penne in un momento molto delicato come hai detto prima, una squadra sicuramente sfavorita dal campo neutro ad inizio stagione, ma che forse aveva perso anche qualche certezza con le partenze di alcuni senatori come Mauro Di Pietro ed Enzo Di Federico. Malgrado tutto la squadra non poteva certo reputarsi scarsa con giocatori come i già citati Antignani e Consorte ma ancora un certo Tonino Martino insieme all'esperienza di Pilone e Severo. Come andò in generale quel campionato?

Tacchi: "Quando arrivai le cose migliorarono subito, finalmente iniziammo a giocare nel nostro campo ed iniziammo a fare punti. Io stavo facendo molto bene, poi arrivò un problema muscolare con ricaduta per aver affrettato troppo i tempi di rientro, mi toccò così saltare 7-8 partite che purtroppo non andarono benissimo, e ci ritrovammo in un testa a testa con la Monturanese per evitare la retrocessione".

Redazione: Un finale di campionato incredibile, reso forse ancora più assurdo dalla "fuga" di mister Mincarini alla vigilia di una gara fondamentale come l'ultima in casa col Trani. Come viveste quel momento particolare voi giocatori e la società?

Tacchi: "C'era una partita troppo importante con il Trani e la società fu brava a farci rimanere concentrati sull'obiettivo, e lì ebbero un ruolo decisivo Pilone e Severo che fecero quello che andava fatto cioè concentarci solo sullapartita. L'ultima con il Trani vide una vera e propria invasione di una città arrivata a Penne per festeggiare la C2, da brividi ripensarci. Tornando a mister Mincarini, ci fu una partita nella quale mi sostituì e non la presi bene, non feci nulla di particolarmente grave ma il mister se la legò al dito! Ebbe un problema anche con Proietto e così nella partita decisiva a Monte Urano non ci fece giocare nessuno dei due. Poi decise di andarsene alla vigilia dell'ultima giornata e sinceramente non ho mai veramente capito il perchè".

Redazione: Parliamo proprio di quella celebre Penne-Trani. Che partita fu con l'invasione dei tranesi in un Comunale gremito e con il quasi obbligo di far risultato per non dipendere dall'Altamura?

Tacchi: "A loro bastava un punto e noi decidemmo di accontentarci con un orecchio ad Altamura, e lì fortunatamente il risultato si mise subito bene per noi, ricordo che madammo qualcuno giù in Puglia a seguire l'incontro, eravamo praticamente collegati in diretta".

Redazione: Arriviamo ora al momento saliente: Penne-Monturanese spareggio in scena al Fadini di Giulianova. Una gara che vale una stagione decisa da un tuo gol nei supplementari che sarà decisivo per le sorti del campionato, ma anche e soprattutto sul successivo decennio sportivo di una società che sfiorerà il salto nei professionisti. Raccontaci quella partita, il tuo gol, le emozioni...

Tacchi: "Tradito dalla pressione e dal troppo pensare al match, feci una partita inguardabile perchè non riuscivo a correre tanto avevo le gambe pesanti e molli. C'erano anche tutti i miei amici venuti da Porto Recanati e la pressione era insopportabile, non potevamo deludere una città intera ed una società che non ci aveva fatto mancare nulla. Alla luce dei fatti la partita l'ha vinta il mister che non mi ha cambiato neanche ai supplementari... Siamo quasi ai rigori quando mi arriva una palla a mezzo metro dalla linea solo da spingere dentro, incredibilmente riesco a colpirla male e la palla si alza e ricade verso la linea...a quel punto ci siamo io e un difensore che calcia per spazzarla via, io ho l'intuito e la lucidità di fare l'unica cosa giusta della partita: mi butto in tuffo di testa verso il pallone e lo colpisco infilandolo in rete, nel frattempo mi arriva l'inevitabile calcio in faccia ed occhio nero, ma ne è valsa la pena! Poi non ho capito più niente dalla gioia, mi sembra fosse il 119esimo, la partita era ormai destinata a concludersi ai calci di rigore!".

Redazione: In estate passasti al Molfetta incontrando i biancorossi da avversario. In Puglia trovasti uno squadrone con Favonio e Petilli ma forse foste penalizzati da qualche pareggio di troppo in un torneo che sancì l'inizio del ciclo Castel di Sangro. Quali sono state le tue esperienze successive?

Tacchi: "A Molfetta avevamo una squadra con calciatori strepitosi, successivamente ho giocato tre anni in serie D in Sicilia con Ragusa e Castelvetrano, poi un anno di C2 alla Civitanovese quindi sono tornato alla Jesina in Eccellenza, prima di chiudere la carriera tra Promozione, Prima e Seconda Categoria districandomi da allenatore-giocatore fino ai 43 anni di età".

Redazione: Di cosa si occupa Danilo Tacchi oggi?

Tacchi: "Nel calcio sono rimasto allenando in Seconda Categoria per pura passione, professionalmente vivendo in un Paese di mare, lavoro nella piccola pesca".

Redazione: Ringraziandoti infinitamente per la tua grande disponibilità e passione nel raccontare una pagina così importante nei 100 anni di storia biancorossa, ti lascio concludere come vuoi...

Tacchi: "Un abbraccio appassionato alla Città di Penne ed a tutti i miei compagni. Vi porto tutti nel cuore e sappiate che vi ho voluto e vi voglio bene!"

INTERREGIONALE GIRONE H 1987-88 - 13°posto (27 punti, 9V - 9P - 12S)

Trani 40 Osimana 29
Corato 39 Fermana 29
Altamura 36 Pineto 28
Molfetta 35 Montegranaro 28
Tortoreto 34 PENNE 27
Porto S.Elpidio    32 Monturanese 27
Manfredonia 30 Maceratese 19
Cerignola 29 Tolentino 18

 

CLASSIFICA MARCATORI:

16 reti: Petilli (Corato)
15 reti: Cancellato (Altamura)
12 reti: Divisi (Porto S.Elpidio)
11 reti: Consorte (Penne), Cassano (Manfredonia), Salomoni (Porto S.Elpidio)
10 reti: Avanzolini (Fermana), Bonomo (Pineto)